giovedì 3 dicembre 2009

Alla scoperta del cioccolato

Ho trovato nella famosa rivista Mondozero3 un interessante articolo di Alfina Gullotto del nido Orsenigo di Milano e volevo proporvelo: riguarda l'utilizzo del cioccolato come materiale alternativo per sperimentare il disegno.

Obiettivo: manipolare, sperimentare con il "materiale" offerto, per scoprire cos'è e cosa si può fare. Nel corso dell'attività i bambini sono liberi di agire, sperimentare, provare, assaggiare, ecc.





Le modalità del percorso:
  • Contesto: fondamentale è predisporre uno spazio circoscritto, limitato e preparare il materiale per l'attività.


  • Rito d'apertura: dopo aver accennato cosa si farà e aver verbalizzato eventuali regoli, i bambini entrano nello spazio precedentemente predisposto.


  • Ruolo dell'educatrice: osservatrice partecipante.


  • Rito di chiusura: verbalizzare la fine dell'attività e l'inizio del riordino, dove è possibile con la collaborazione dei bambini.
Le fasi del percorso:
  • Travaso di cereali al cioccolato


  • Manipolazione di budino/mousse al cioccolato


  • Pasta di pane con cacao in polvere


  • Tracce con crema di cacao.
Le fasi del percorso sono solo suggerimenti, poiché capita che le osservazioni dei bambini nel corso dell'attività guidino le esperienze successive e i tempi. Le ultime due fasi sono state ripetute più volte, dato che i bambini erano affascinati dalla trasformazione della materia, dalle tracce sul proprio corpo e sui fogli, dal gusto e dall'intenso profumo emanato dal cioccolato.
Attraverso questo percorso si è permesso ai bambini di giocare, assaggiare, manipolare, odorare, trasformare e godere di questa prelibatezza della natura.
Ai bambini non è stato anticipato con quale materiale avrebbero giocato, giacché la sorpresa - assaggiare per scoprire com'è e cosa si può fare - faceva parte del gioco: è stato un vero piacere osservare lo stupore della loro sorpresa!








lunedì 9 febbraio 2009

DISEGNARE UNA FAMIGLIA - seconda parte-

Personaggio valorizzato
In molti disegni della famiglia c'è un personaggio principale, ed è quello che l'autore, secondo la terminologia psicoanalitica, "investe" della maggiore carica affettiva, sia sotto forma di amore o di ammirazione, che d'invidia o timore. Il personaggio valorizzato spesso il primo a essere disegnato perché è il primo a cui il bambino pensa e su cui centra la sua attenzione. Alcune volte occupa sul foglio il primo posto a sinistra, altre volte è in posizione centrale o in senso spaziale o in senso psicologico: in quest'ultimo caso, ovunque si trovi, tutti gli sguardi sono rivolti a lui. Le dimensioni del personaggio principale sono quasi sempre superiori a quelle degli altri, essendo il più importante e anche quello che occupa più spazio psicologico nella vita e nella mente del bambino, spazio che nel disegno assume una concretezza fisica. E' anche il più curato nei dettagli, ha più accessori di prestigio come la pipa, il bastone, la borsetta, la collana ecc. Può essere di profilo o in movimento, mentre gli altri sono di fronte e statici. La valorizzazione può essere anche espressa con la ripetizione.

Personaggio svalorizzato
Quando uno dei familiari non è rappresentato si può ipotizzare che l'autore si augura, consciamente o inconsciamente, che non faccia parte della sua famiglia. Questo fenomeno è molto diffuso nei riguardi dei fratelli verso cui si nutrono gelosie e risentimenti. Accade qualche volta che sia lo stesso autore a non comparire nel disegno: questo si verifica quando il bambino non si sente per qualche motivo a suo agio con la famiglia o vorrebbe essere diverso o per sesso o per età o per altri motivi; perciò agli si annulla identificandosi nel personaggio che meglio rappresenta le sue aspirazioni. Quando il personaggio svalorizzato è presente è disegnato piccolo, per ultimo (perché è l'ultimo a cui l'autore pensa) oppure fuori dal gruppo, in posizione statica e con un numero limitato di dettagli. Un altro modo per svalorizzare un personaggio è quello di cancellarlo dopo averlo disegnato. La cancellatura è anche un indice di conflitto: c'è una tendenza che viene proibita da un ripensamento successivo.

mercoledì 4 febbraio 2009

DISEGNARE LA FAMIGLIA


Tra i diversi test proiettivi il disegno offre il vantaggio di utilizzare un'attività spontanea del bambino. Nel disegno il bambino proietta le sue esperienze dinamiche emotive come nel disegno della famiglia, un classico test proiettivo per l'infanzia e la fanciullezza.
Da un semplice colloquio diretto con il bambino non emergono mai molto chiaramente quelli che sono i veri sentimenti che egli prova verso i familiari, perché, comprendendo l'intenzionalità indagatrice dell'adulto, il fanciullo si difende con il silenzio, con la menzogna o con frasi evasive. Disegnando la famiglia invece, distratto com'è dall'intenzione di rappresentare, il bambino è assai meno controllato sospettoso ed esprime liberamente i timori, i desideri, i sentimenti, le attrazioni e le repulsioni, sia che abbai scelto lui stesso il tema di disegno, sia che abbia aderito ad una richiesta esplicita dell'adulto. Con migliori risultati l'adulto può chiedere al bambino di disegnargli una famiglia di sua invenzione; con questo metodo si distrae meglio l'attenzione del fanciullo dalla sua famiglia, facilitando la proiezione delle tendenze più personali; di fatto è poi sempre la propria famiglia che il fanciullo disegna perché è l'unica di cui ha una esperienza vissuta. Altri autori consigliano di aggiungere la richiesta di rappresentare i personaggi "mentre stanno facendo qualcosa". Al termine del disegno si può intavolare un colloquio nel corso del quale il fanciullo è invitato a spiegare quello che ha inteso fare e a esprimere le sue simpatie o avversioni per i vari personaggi rappresentati ed eventualmente illustrare i motivi per cui ne ha tralasciati alcuni. L'analisi del disegno della famiglia va fatta prendendo in considerazione i fattori grafico-strutturali e il contenuto. I primi comuni a tutti i disegni, rivelando caratteristiche generale della personalità e di essi abbiamo già trattato: la parte più originale del disegno della famiglia riguarda invece il contenuto.

RAPPORTI SPAZIALI TRA I PERSONAGGI
I componenti d'una famiglia affiatata sono rappresentati mentre svolgono insieme un'attività comune o si tengono per mano. Il riavvicinamento di due o più persone nel disegno indica infatti la loro intimità, com'è realmente vissuta o com'è desiderata dall'autore. Il bambino disegna se stesso vicino al personaggio con cui si sente più a suo agio o che ama di più. Se, al contrario, un bambino pensa per esempio che la sorella sia più amata dai genitori, disegna la bambina in mezzo alla coppia e colloca se stesso in un'altra parte del foglio lontano dal gruppo. Vi sono disegni della famiglia in cui alcuni personaggi sono dentro casa e altri fuori; rappresentazioni di questo tipo riflettono o una reale assenza da casa dei personaggi disegnati all'esterno.
Quando un fanciullo si sente completamente isolato dagli altri membri della famiglia o nega di provare dei sentimenti verso di loro li separa in vario modo. Può collocarli ognuno in una stanza diversa; può separarli con linee verticali o orizzontali o altri elementi come alberi, steccati ecc., che dividono in due o più parti un paesaggio; può infine rappresentarli sotto forma di elementi giustapposti, quasi delle forme geometriche ben distribuite. E' molto frequente la rappresentazione in coppia dei genitori, ciò che illustri la situazione reale, sia che testimoni il desiderio dell'autore di vederli uniti quando sono separati.

martedì 27 gennaio 2009

Il colore


Anche la preferenza per un determinato colore ha significato.
La scelta del colore preferito è inconscia, quindi sincera.
Fino a sei anni generalmente la scelta dei colori non è in alcun modo indicativa, in quanto vengono usati in modo decorativo e puramente fantasioso, per cui non è raro vedere un viso con gli occhi gialli e bocca dipinta di verde.E per essere ancora più precisi si può affermare che l'uso di tutti i colori è indice di un buon equilibrio emotivo.
Dopo i sei anni, anzi quasi sette, la scelta del colore assume significato.
Generalmente parlando, il rosso può esprimere amore, coraggio, ma anche collera ed è dominante, spesso, nei casi di epilessia. Il bambino che non usa mai il rosso e odia vestirsi di quel colore, può rivelare uno stato d'ansia, il rosso è il colore del dinamismo: evitarlo può significare che il bambino è stressato ed ha bisogno di una pausa. Forse in famiglia ci sono motivi di tensione, o ha problemi a scuola. E' bene osservarlo per capire cosa lo angoscia e cercare do creargli attorno un ambiente sereno.
In piccole dosi, il verde è il colore dell'equilibrio, ma se prevale in tutti i disegni, può segnalare un disagio perché esprime un profondo senso di insicurezza. Il bimbo allora ha quindi bisogno di essere rassicurato, gratificato.
Quasi sempre i bambini prediligono due colori ed è la combinazione che scelgono a di fare informazioni preziose. Prendiamo per esempio il giallo e il blu: il primo è il colore che indica un carattere aperto agli altri, il secondo è collegato all'affettività. Insieme ci dicono che il bambino è dipendete dagli altri e influenzabile. Per renderlo più autonomo basata non sostituirsi a lui: spesso, se il figlio è dispersivo, i genitori si innervosiscono, e fanno le cose al posto suo. E' importante invece, incoraggiarlo a portare a termine ciò che inizia.
Chiedere ai piccoli di che colore vedono i loro genitori è un buon "test" per capire cosa pensano di loro.
La maggior parte dei bambini delle scuole elementari vede la mamma viola ed il papà blu. Il viola è il colore della sensibilità, quindi la mamma è la persona che capisce e ascolta. Il blu rappresenta la calma e l'autorevolezza. Se il bambino vede la mamma nera vuol dire che la vede poco serena e con lei si sente a disagio. Per il papà il colore peggiore è il bianco perché il bimbo lo sente assente, distante. Se un alunno non ama colorare, per cui le sue rappresentazioni sono "vuote", ossia in bianco e nero, l'assenza del colore può denunciare carenze affettive, ma potrebbe evidenziare anche un carattere antisociale.
Max Luscher nel suo libro: "il test dei colori", presenta otto carte corrispondenti a otto colori: i colori base e gli ausiliari. Blu scuro, verde blu, rosso arancio e giallo brillante sono i quattro colori base. Viola, marrone, nero e grigio sono i quattro colori ausiliari. Scrive Luscher che i colori base dovrebbero essere i preferiti. I quattro colori base (blu, verde, rosso e giallo) rappresentano solitamente bisogni psicologici fondamentali (il bisogno di contentezza e di affetto, il bisogno di sostenere se stesso, il bisogno di agire e riuscire, il bisogno di guardare avanti e di aspirare a qualcosa). Perciò questi colori dovrebbero trovarsi nei primi posti del test, se scelti da un individuo equilibrato, senza conflitti e repressioni.
Quando il blu è scelto in prima posizione rivela bisogno di tranquillità, di pace, di armonia e di gioia, oppure indica bisogno di riposo.
Chiunque preferisca il blu, desidera un ambiente calmo e ordinato, "tradizionalista"; un ambiente in cui i rapporti con gli altri siano sereni e senza attriti.
Generalmente parlando, il blu scuro indica grande profondità di sentimenti. Chi preferisce il blu è generalmente passivo, sensibile, comprensivo, socievole, con aspetti affettivi di tenerezza e amore. Se in prima posizione è scelto il verde-blu, si evidenzia il desidero di "fare". In generale, il verde- blu indica elasticità, volontà; chi preferisce il verde, invece, è egocentrico, tenace,possessivo, volitivo, con aspetti affettivi di autostima e grande ostinazione.
Se è scelto il rosso-arancio si evidenzia il desiderio che l'attività svolta porti intensità di esperienza e pienezza di vita. Generalmente il rosso-arancio indica forza di volontà. Chi preferisce il rosso-arancio è tendenzialmente estroverso, attivo e trascinante, competitivo, con aspetti di eccitabilità, sessualità, dominio.
Se il giallo è scelto in prima posizione, viene ad evidenziare il desiderio di rilassarsi e la speranza di una maggiore felicità. Questa speranza di felicità in tutte le sue innumerevoli forme, dall'avventura sessuale alla illuminante indagine filosofica ed alla perfezione, è sempre diretta verso il futuro. In generale il giallo brillante indica spontaneità. Chi preferisce il giallo è espansivo, ambizioso, investigatore, proiettivo, co9n aspetti affettivi di originalità, allegria, variabilità.
A proposito di colori ausiliari Max Luscher scrive che le persone mentalmente immature possono preferire il viola. Attenzione però: la preferenza per il viola fra i giovani evidenzia che, per essi, il mondo è ancora un mondo magico dal quale può venire la realizzazione di ogni desiderio. Il marrone è spesso scelto da coloro che si sentono infelici, disadattati, non integrati, e da chi è instabile, se il marrone è scelto specialmente nei primi due posti, si evidenzia un grande bisogno di benessere e si soddisfazioni fisico-sensoriali.
Il nero è la negazione del colore, rappresenta il confine della vita, esprime l'idea del nulla. "Chi sceglie il nero, evidenzia rinunzia per una protesta testarda contro la situazione esistente in cui egli sente che non c'è nulla che va come dovrebbe andare. Egli è in rivolta contro il fato, o almeno contro il proprio fato ed è incapace di agire precipitosamente e scioccamente nella propria rivolta."
Chi sceglie il grigio in prima posizione non ama essere coinvolto, non vuole responsabilità al fine di proteggersi. Non partecipa e, se può, schiva ogni sollecitazione collaborativa.
Se il comportamento, il modo di disegnare e di colorare denunciano un probabile problema, dovere dei genitori degli insegnanti utilizzare le loro fonti di informazione chiedendo aiuto a chi di competenza. La psicologa, come scrive Corman, non è la scienza delle certezze, ma se noi raccogliamo i risultati di più indagini, test e osservazione, e se questi risultati convergono in un'unica direzione allora, forse,possiamo raggiungere "quasi" certezza di conoscenza.

sabato 24 gennaio 2009

La casa e il sole

La casa e il sole possono essere due importanti elementi per interpretare lo stato emotivo di un bambino.
La casa rappresenta il punto di riferimento, il luogo da cui deriva o dovrebbe derivare il calore familiare, e cioè la mamma.
Quando non viene colorata, quando le finestre sono disegnate piccole o sotto il tetto, quando è senza porta e senza comignolo, l'interpretazione varia a seconda dell'età: se il bambino ha tra i cinque e gli otto anni, il significato è di timidezza e di attaccamento alla madre; dopo gli otto anni può indicare isolamento e sentimenti di inferiorità.

Secondo alcuni autori, il sole è il simbolo del padre ideale. Un sole brillante, nella sua interezza, indica buoni rapporti tra padre e figlio. Un piccolo arco di sole che sta scomparendo all'orizzonte, così come il sole che sparisce dietro la montagna, indica il contrario.
Se il colore usato è di un rosso eccessivo si potrebbe pensare che il padre è temuto.
Il bambino depresso disegna paesaggi tristi, con alberi senza fogliame mentre, nel cielo il sole è coperto dalle nuvole.

venerdì 16 gennaio 2009

L'intervento dell'adulto

L'intervento che spesso è inibente all'attività grafica del bambino può diventare utile se si struttura in queste attività: l'incoraggiamento e gratificazione, presentazioni di nuovi modelli grafici (es. strategie per rappresentare gli animali utilizzando dei cerchi), presentazione di nuove tecniche (es. dei colori a tempera, collage, a cera, il ritaglio di forme simmetriche) la posizione corretta del corpo, l'uso corretto del materiale, predisposizione di un ambiente di lavoro stimolante e funzionale, miglioramento della percezione dei particolari, data e titolo del disegno rappresentato, esposizione dei materiali prodotti, raccolta e conservazione dei disegni.

Gli album preparati

E' abbastanza diffusa la tendenza di proporre ai bambini degli album preparati che essi devono utilizzare sulla base di disegni già previsti da completare con colori.
La psicopedagogia sconsiglia in modo radicale l'uso di questi album. L' esercizio di riempire di colore una figura stampata in bianco e nero produce infatti più svantaggi che vantaggi:
A-SVANTAGGI:
- condiziona la capacità creativa del bambino in quanto trova il disegno già pronto e non deve costruirlo
- compromette la propria autostima e quindi è di ostacolo allo sviluppo della personalità perché il bambino crea un inevitabile confronto tra i suoi disegni e quelli già preparati
- non si realizza nessuna relazione emotiva tra l'oggetto rappresentato e l'animo del bambino
- non si realizza alcun vero sviluppo delle facoltà mentali (es. percezione, ragionamento, abilità espressive, memoria ecc.)
B-VANTAGGIO:
- possiedono un solo vantaggio di tipo tecnico. L'esercizio di riempire di colore una figura già pronta abitua il bambino a restare dentro i margini, impone delle regole e lo abitua alla manualità.

martedì 13 gennaio 2009

Problema della correzione

Molti adulti guardano spesso in modo critico e a volte con disprezzo i disegni infantili, specie se il bambino è nella prima età evolutiva, perché li esaminano affrontandoli con l'oggetto reale rappresentato.
In questa prospettiva i disegni infantili rivelano infatti delle deformazioni, delle sproporzioni, delle disarmonie e delle irrazionalità cromatiche.
In realtà chi osserva i disegni infantili in questo modo dimentica che il bambino non rappresenta ciò che vede ma quello che sa, che sente e che pensa di un oggetto. I suoi disegni quindi sono degli IDEOGRAMMI e non delle fotografie.
E' per questo motivo che il bambino non trova mai sbagliati i suoi disegni: la sua logica è sempre sensata e qualsiasi giudizio critico su di essa potrebbe mortificare la sua attività grafica.
I così detti errori di tecnica vanno quindi corretti solo in un momento psicologicamente opportuno cioè quando il bambino manifesta la capacità cognitivo.logica che gli permette di comprenderli.
Una correzione troppo precoce mortificherebbe il bambino con esiti deprimenti e inibenti dal punto di vista sia grafico che di personalità.
"L'infanzia ha i suoi modi di vedere, di pensare e di sentire che è insensato voler sostituire con i nostri"(J.J.Rousseau)

giovedì 8 gennaio 2009

Parametri interpretetivi...seconda parte...

La curvinileità e angolosità
Le forme curve e angolose hanno un significato che coinvolge diversi ambiti della vita.
Nello stesso linguaggio l'espressione come "un bel viso rotondo" indica una persona in buona salute oppure " un sapore rotondo" indica un gusto gradevole o pieno.
Anche a livello biologico le forme rotonde attraggono perché trasmettono inconsapevolmente calma e serenità: i neonati ad esempio sono caratterizzati da forme più morbide rispetto agli adulti e , nello stesso modo gli occhi grandi, le guance paffute ecc. sono uno stratagemma biologico per attirare l'attenzione e la benevolenza degli altri.
All'opposto le forme spigolose denotano tensione, contrasto, aggressività a causa delle punte che caratterizzano la grafica-disegno.


Continuità e discontinuità nel tracciato
La tendenza a collegare gli elementi di una composizione grafica (come le lettere nelle scrittura) rinvia ad una certa facilità nello stabilire legami e relazioni con gli altri.
In particolare i tracciati lunghi e continui manifestano buone capacità di auto controllo.
L'estremizzazione di questa tendenza ovvero disegni omogenei ma troppo fitti indicano chiusura verso il mondo esterno.


La figura umana
L figura umana manifesta nelle rappresentazioni grafiche, accanto al livello di sviluppo percettivo-cognitivo, anche il processo di autoconsiderazione e di strutturazione della personalità secondo questo percorso:
  1. Sottovalutazione-senso di inferiorità: se la figura è molto piccola e collocata in un angolo in basso essa sembra indicare l'esistenza di scarsa auto stima. Questo stato viene accentuato anche dall'assenza delle braccia e delle mani, che in alcuni casi manifestano anche capacità di stabilire relazioni. Viceversa una persona disegnata in dimensioni grandi indica un'autostima anche esagerata e, a volte, incapacità di autocontrollo.
  2. Inibizione-ansia: questo stato emotivo viene spesso rappresentato attraverso la stesura di figure molto piccole riportate con tratti leggeri.
  3. Aggressività ed eccitabilità(reattività): questa condizione emotiva viene espressa sia nelle modalità del disegno (tratti calcati e pesanti sia nei soggetti scelti dal bambino e poi rappresentati (personaggi molto grandi e armati, presenza di belve e scene drammatiche).
  4. Depressione: il bambino depresso si disegna piccolissimo e con braccia vicinissime al tronco.