martedì 27 gennaio 2009

Il colore


Anche la preferenza per un determinato colore ha significato.
La scelta del colore preferito è inconscia, quindi sincera.
Fino a sei anni generalmente la scelta dei colori non è in alcun modo indicativa, in quanto vengono usati in modo decorativo e puramente fantasioso, per cui non è raro vedere un viso con gli occhi gialli e bocca dipinta di verde.E per essere ancora più precisi si può affermare che l'uso di tutti i colori è indice di un buon equilibrio emotivo.
Dopo i sei anni, anzi quasi sette, la scelta del colore assume significato.
Generalmente parlando, il rosso può esprimere amore, coraggio, ma anche collera ed è dominante, spesso, nei casi di epilessia. Il bambino che non usa mai il rosso e odia vestirsi di quel colore, può rivelare uno stato d'ansia, il rosso è il colore del dinamismo: evitarlo può significare che il bambino è stressato ed ha bisogno di una pausa. Forse in famiglia ci sono motivi di tensione, o ha problemi a scuola. E' bene osservarlo per capire cosa lo angoscia e cercare do creargli attorno un ambiente sereno.
In piccole dosi, il verde è il colore dell'equilibrio, ma se prevale in tutti i disegni, può segnalare un disagio perché esprime un profondo senso di insicurezza. Il bimbo allora ha quindi bisogno di essere rassicurato, gratificato.
Quasi sempre i bambini prediligono due colori ed è la combinazione che scelgono a di fare informazioni preziose. Prendiamo per esempio il giallo e il blu: il primo è il colore che indica un carattere aperto agli altri, il secondo è collegato all'affettività. Insieme ci dicono che il bambino è dipendete dagli altri e influenzabile. Per renderlo più autonomo basata non sostituirsi a lui: spesso, se il figlio è dispersivo, i genitori si innervosiscono, e fanno le cose al posto suo. E' importante invece, incoraggiarlo a portare a termine ciò che inizia.
Chiedere ai piccoli di che colore vedono i loro genitori è un buon "test" per capire cosa pensano di loro.
La maggior parte dei bambini delle scuole elementari vede la mamma viola ed il papà blu. Il viola è il colore della sensibilità, quindi la mamma è la persona che capisce e ascolta. Il blu rappresenta la calma e l'autorevolezza. Se il bambino vede la mamma nera vuol dire che la vede poco serena e con lei si sente a disagio. Per il papà il colore peggiore è il bianco perché il bimbo lo sente assente, distante. Se un alunno non ama colorare, per cui le sue rappresentazioni sono "vuote", ossia in bianco e nero, l'assenza del colore può denunciare carenze affettive, ma potrebbe evidenziare anche un carattere antisociale.
Max Luscher nel suo libro: "il test dei colori", presenta otto carte corrispondenti a otto colori: i colori base e gli ausiliari. Blu scuro, verde blu, rosso arancio e giallo brillante sono i quattro colori base. Viola, marrone, nero e grigio sono i quattro colori ausiliari. Scrive Luscher che i colori base dovrebbero essere i preferiti. I quattro colori base (blu, verde, rosso e giallo) rappresentano solitamente bisogni psicologici fondamentali (il bisogno di contentezza e di affetto, il bisogno di sostenere se stesso, il bisogno di agire e riuscire, il bisogno di guardare avanti e di aspirare a qualcosa). Perciò questi colori dovrebbero trovarsi nei primi posti del test, se scelti da un individuo equilibrato, senza conflitti e repressioni.
Quando il blu è scelto in prima posizione rivela bisogno di tranquillità, di pace, di armonia e di gioia, oppure indica bisogno di riposo.
Chiunque preferisca il blu, desidera un ambiente calmo e ordinato, "tradizionalista"; un ambiente in cui i rapporti con gli altri siano sereni e senza attriti.
Generalmente parlando, il blu scuro indica grande profondità di sentimenti. Chi preferisce il blu è generalmente passivo, sensibile, comprensivo, socievole, con aspetti affettivi di tenerezza e amore. Se in prima posizione è scelto il verde-blu, si evidenzia il desidero di "fare". In generale, il verde- blu indica elasticità, volontà; chi preferisce il verde, invece, è egocentrico, tenace,possessivo, volitivo, con aspetti affettivi di autostima e grande ostinazione.
Se è scelto il rosso-arancio si evidenzia il desiderio che l'attività svolta porti intensità di esperienza e pienezza di vita. Generalmente il rosso-arancio indica forza di volontà. Chi preferisce il rosso-arancio è tendenzialmente estroverso, attivo e trascinante, competitivo, con aspetti di eccitabilità, sessualità, dominio.
Se il giallo è scelto in prima posizione, viene ad evidenziare il desiderio di rilassarsi e la speranza di una maggiore felicità. Questa speranza di felicità in tutte le sue innumerevoli forme, dall'avventura sessuale alla illuminante indagine filosofica ed alla perfezione, è sempre diretta verso il futuro. In generale il giallo brillante indica spontaneità. Chi preferisce il giallo è espansivo, ambizioso, investigatore, proiettivo, co9n aspetti affettivi di originalità, allegria, variabilità.
A proposito di colori ausiliari Max Luscher scrive che le persone mentalmente immature possono preferire il viola. Attenzione però: la preferenza per il viola fra i giovani evidenzia che, per essi, il mondo è ancora un mondo magico dal quale può venire la realizzazione di ogni desiderio. Il marrone è spesso scelto da coloro che si sentono infelici, disadattati, non integrati, e da chi è instabile, se il marrone è scelto specialmente nei primi due posti, si evidenzia un grande bisogno di benessere e si soddisfazioni fisico-sensoriali.
Il nero è la negazione del colore, rappresenta il confine della vita, esprime l'idea del nulla. "Chi sceglie il nero, evidenzia rinunzia per una protesta testarda contro la situazione esistente in cui egli sente che non c'è nulla che va come dovrebbe andare. Egli è in rivolta contro il fato, o almeno contro il proprio fato ed è incapace di agire precipitosamente e scioccamente nella propria rivolta."
Chi sceglie il grigio in prima posizione non ama essere coinvolto, non vuole responsabilità al fine di proteggersi. Non partecipa e, se può, schiva ogni sollecitazione collaborativa.
Se il comportamento, il modo di disegnare e di colorare denunciano un probabile problema, dovere dei genitori degli insegnanti utilizzare le loro fonti di informazione chiedendo aiuto a chi di competenza. La psicologa, come scrive Corman, non è la scienza delle certezze, ma se noi raccogliamo i risultati di più indagini, test e osservazione, e se questi risultati convergono in un'unica direzione allora, forse,possiamo raggiungere "quasi" certezza di conoscenza.

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